domenica 25 marzo 2012

ho un gatto

Prendi un paio di amici italiani che portano amici di amici e conoscenti. Shakerali col mio drinking buddy polacco, un paio di fidati amici crucchi, una pin up russo-svedese e schiaffali in un postaccio a Neukolln.

E' finita con ulteriori acquisti per il mio futuro circo delle meraviglie. Eh si, perchè ormai ho deciso che girerò l'italico stivale mostrando la mia capa che dice "sì, Madonna", B. che esclama "che pazienza, cazzo", il mio studente che spiega la "regola della L" e altre maraviglie. Già ce la vedo, la mia giunonica capa, saltellare gaudente al mio lancio di un wusterone come ricompensa per la perfomance.

Oggi, ho un gatto. Qui i "postumi", "l'hangover", si chiama "kater", cioè gatto (maschio). Ignoro l'etimologia. E ci si è messo pure il cambio dell'ora a tirarmi un colpo gobbo, giusto il mio ultimo giorno in questA casetta. Ma ormai tutto è pronto, a breve stendo le lenzuola e via.

Ricetta contro il micio: una mega ciabatta con i resti di gouda che ho raccattato, talmente grossa che dovrei avere la struttura cranica di un anaconda per mangiarmela. Poi, macchina fotografica, via in sella verso il Mauerpark. I gradi sono circa 11, ma il cielo è azzurro da manuale. Alle 18.30 si rientra con gli uomini di fatica assoldati per la bisogna, e ci si trasferisce nella nuova tana.

Miao!

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