domenica 15 gennaio 2012

di eugenetica frigorifera e indice di sposabilità

Oggi versione angelo del focolare. La mia metamorfosi è cominciata appena aperti gli occhi, quando la visione appannata ha messo a fuoco lo scempio della mia camera, raggiunta non ricordo bene come la notte prima. Istinto di sopravvivenza allo stato puro: sarei piaciuta a Danilo Mainardi, mentre caracollavo per le strade di Berlino, consapevole che ogni secondo speso a riflettere sulla direzione da prendere per rincasare poteva costarmi la morte per ibernazione.
Rammento l'accurata scelta della vodka da portare  a C., che mi ha invitato per delle caserecce lasagne: bottiglia minimalista, bianca e nera, col quel tocco di kitsch postsovietico nel sigillo con un martello rosso. Vodka Partizan, Bielorussia. Si accompagnava splendidamente ai finti amaretti danesi, che hanno un nome di trenta lettere, di cui, però, se ne pronunciano la metà. Penso che per simulare il danese basti gorgogliare e goglottare senza sosta, possibilmente con una parrucca color evidenziatore TrattoVideo.

Dunque, il samsiano scarafaggio che ero stamattina ha deciso di fare ammenda dedicandosi alla casetta. Previa doccia per cercare di riattivare i neuroni superstiti, si va di meticolosa pulizia del bagno e della cucina, tutto con passo felpato per non destare i coinquilini.
E poi:  eugenetica del frigo. Pollice verso ed eliminazione istantanea di tutti quei fenotipi sospetti, con l'aria mesta di chi sta invecchiando. Una mela raggrinzita, un formaggio non più candido, vasetti sottratti al protettivo sottovuoto finiscono ognuno nel sacchetto che li accompagnerà al disintegro, non c'è pietà nelle mie mani, padrone del destino di tanta diversità gastronomica.
Non paga, tronfia d'arbirtrio, decido che è anche ora di sortieren. Ogni mattina per raggiungere il mio joghurt, devo sottopormi a uno sfibrante esercizio di perizia manuale, tastando fra pile di scatolame, dribblando salami e zucchine per non far crollare la fragile edilizia frigorifera.  E' così che compartimento i vari ripiani, assegnando ad ognuno, con un post-it, il suo angolino, per evitare sottrazioni indebite di cibo e ricerche interminabili. Mi sembra teutonicamente accurato, corretto, l'ecosistema frigo ha trovato un nuovo equilibrio e rifulge di ordine e praticità.

Ebbra per l'atto d'autorità, attivate lavatrice e lavastoviglie per ultimare l'opera di risanamento, scopro con piacere che J e N. hanno un allenamento per la regata. Prodi virgulti d'ariano vigore, siate benedetti, che io mi godo la quiete domestica, da casalinga soddisfatta. Ritorno in cucina, signora dei fornelli, e sotto guardinga supervisione materna via skype, dò alla luce il primo risotto alla milanese della mia carriera. E poi ancora, cucino verdure e tofu, tutto poi compartimentato in tupperware in visione del ritmo mortale della settimana incipiente.

Direi che il mio indice di sposabilità, per oggi, è quasi una tripla A.

1 commento:

  1. la parola joghurt mi fa venire la pronucia di alberto sordi: http://www.youtube.com/watch?v=N8WuLcncbBM

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