giovedì 14 giugno 2012

Di Ciellini, Wuster e rondini

E arrivó sua maestá il calcio che, anche a queste latitudini, si dimostra sempre un´occasione di human-watching straordinaria. Qui é "EM", acronimo di Europameisterschaft, e a Berlino qualunque nazionalitá é rappresentata: dovesse anche capitare un Mongolia vs. Isole Vergini, scommetto che ci sarebbero frotte di mongoli ululanti e virginee bandiere vendute ad ogni Kiosk.

Il battesimo ´di quest´anno l´ho avuto con Germania vs. Portogallo, seguita mollemente adagiata sul mio divano padano, godendomi una pizza napoletana e i commentatori nostrani. I commentatori crucchi centellinano gli sforzi vocali, di norma si lanciano in litanie di nomi 8anche abbastanza monotonamente) e ogni tanto inseriscono qualche verbo. "Hummels...Özil...passaggio...Gomez".
Quasi un interminabile appello, oppure come se il nastro della cassetta del corso di fonetica si fosse inceppato. Perché, in effetti, per i nostri cronisti sarebbe preferibile che Schweinsteiger non toccasse mai palla, e che Mertesacker rimanesse abbonato alla panchina.
(Giustamente, quello spirito libero di mia mamma mi ha fatto notare la quasi omofonia con "sache de merda", quasi una variazione sul tema. Mio papá, invece, spirito numerico, almanaccava sul fatto che un Müller nella squadra tedesca c´é praticamente sempre, mentre da noi di Rossi se ne sono visti solo due. Vagli a spiegare che, tecnicamente, dovremmo avere dei Ling o dei Russo in maglia azzurra...).

Per par condicio calcistica, ai cronisti crucchi tocca destreggiarsi fra un Ghiaccerini (Giaccherini) e un temibile Bazaghli (Barzagli). Per non parlare dell´infiltrato di don Giussani, il calvo Ciellini (Chiellini). Ma, si sa, gli -ini qui piacciono, sará che fan rima con cappuccini, Martini e tortellini. (Qualcuno sa che il mio cognome qui da Franchina é imperscrutabilmente diventato Fuccini, quasi lirico).

Ritornata all´ombra del muro, la prima dell´Italia l´ho vista alla Kultur Brauerei, ex fabbrica di birra ora riadattata a centro culturale. Tra ispanici e italici, B. (fra i pochi crucchi presenti), schockato dali decibel circostanti, mi ha giurato che se mai ci sará un Italia vs. Germania, non la vedrá mai con me.

Dopo il salomonico pareggio iniziale, ieri sono stata, invece, alla universitá Humboldt, facoltá di veterinaria, per assistere al trionfo dei nero-rosso-oro (guai a dire che nelal bandiera c´ é il giallo) sugli Oranje. Una specie di garage attrezzato con maxi schermo e bar autogestito: birra e wurstel, i pilastri della felicitá teutone, erano disponibili per tutti, la cassa aperta e incustodita. Eppure solo al tintinnio delle monete la gente si serviva. Inutile riflettere che la scena era perfettamente tetesca, per quanto mi riguarda, tanto che per dispetto avrei nascosto la cassa, perché si rendessero conto che l´onestá, specie in tempi di crisi, potrebbe diventare merce rara.
(Del resto, io ero stata rifornita di salsicce nemiche, importate direttamente da un collega polacco, chiara istigazione alla sobillazione).

Osservare il tifo quando non si ha preferenza alcuna per le squadre in campo é antropologicamente piú che sfizioso. Ho cominciato a masticare qualche coro, tipo "Auf geht´s, Deutschland, Deutschland schieß ein Tor" (forza, germania, germania fai un goal"). Se la tifoseria italica si prodiga (io per prima) in manuali di coprolalia, la parola piú ricorrente fra i crucchi é "Jawohl!" a sottolineare ogni azione positiva dei loro beniamini (purtroppo per loro, con una eco da passo dell´oca), e "Scheiße!" (e potrei lanciarmi in una dissertazione fra la predilazione del concime a queste latitudini, e la nostra decisamente piú per gonadi e dintorni).

Ed oggi giá sono pronta per scoprire il patriota che di norma in me é sopiterrimo. Chissá chi la spunterá nel girone cattolicissimo (mancherebbe solo la Polonia a completare l´Armata Christi). Intanto, essendo la mia capa croata, spero che chiuda un occhio se oggi non mi sottopongo agli straordinari, che qua in realtá sono routine.  

Scontato che la maggior parte dei locali tiferá contro: non hanno nemmeno tutti i torti, viste le recenti notizie. Tuttavia, a dar particolarmente fastidio ai probi germanici é che noi siamo "Schauspieler" (attori). tanto é vero che i supermercati Real hanno giá trovato uno spot pungente:

"Falls Italien heute wieder Schwalben macht, findet Ihr bei uns auch Vögelfutter"

ovvero: se oggi l´Italia fa ancora "la rondine", da noi trovate mangime per uccelli. "Fare la rondine, infatti, significa anche tuffarsi, ossia simulare.

Purtroppo per loro, una rondine non fa primavera, difatti il cielo é color ghisa.

Nessun commento:

Posta un commento