domenica 10 giugno 2012

Propongo un test di idoneitá per tutti i passeggeri Ryan Air. Da navigata pendolare della tratta Ber-Ber (Bergamo-Berlino) e Ber-Resto del mondo, anche stamattina ho dovuto cimentarmi in virtuosismi da Giobbe.
L´orario di imbarco é improbo: 6 di mattina, con l´umiditá del recente acquazzone notturno che ancora avvolge Cittá Alta. Come sempre, la mia toccata & fuga é servita anche a far rifornimento di vettovagliamenti: il mio fido zaino ha ingurgitato del grana, delle piadine, del crudo...Qualcosa resterá a me, pegno d´amor patrio, qualcos´altro in slanci di generosit´di cui poi mi pentiró é giá stato destinato a crucchi vari ed eventuali, sperando smettano di sbafarsi ravioli e insalata e pasta col ketchup.

Dribblo bivacchi umani, ringraziando mentalmente il buon O´Leary, che l´aeroporoto me l´ha piazzato fuori casa, carta di identitá e biglietto in tasca, e via nel serpentone per il check in. E qui giá comincio ad avvertire una certa insofferenza per il genere umano: scolaresche di soli punk che devono passare nudi integrali per non far impazzire il metal detector, infiniti dialoghi tra guardie solo bergamascofone e turisti solo ugrofinnofoni, sciure disperate perché scoprono di non poter portare la casöla a bordo, a meno che non la iofilzzino (?). Io ormai la merce liquida me la faccio spacciare solo via posta e da quei pochi, danarosi viggiatori con bagaglio in stiva al seguito. Fido sa bene puó allungarsi quasi quanto vuole, ma che deve mantenere un giro vita snello, per non incastrarsi nei misuratori di bagaglio a mano. C´é ch, invece, piú che valigette o zaini ha al seguito delle vere e proprie bare, chi ha probabilmente biancheria intima in acciaio inox e qualcunoc he si presenta cellulare in tasca, catenazza al collo, anfibi chiodati e succo di frutta bio e poi si impermalosisce perché gli tocca farsi palpeggiare da uno sbadigliante addetto alla paletta che fa "bip".

Passata la selezione ll´ingresso, é il turno dell´attesa.e. Il numero delle sedie non é assolutamente proporzionale a quello delle membra da riposare, e ancor meno se si tiene conto di alcuni fondoschiena XL e di chi mentre aspetta l´imbarco banchetta lautamente, . A Bergamo nonc i si fa mancare nulla: una mastodontica macchina impasta anche la pizza davanti agli occhietti di chi infila i 5 Euri richiesti, ad ogni ora del giorno e della notte, e qualcuno riesce sempre ad esumare da chissá dove una tovaglia, disponendo sulle sedie vicine panini, piadine, crackers e prosciutti.

Guadagnato il mio pugno di centimetri quadri sul pavimento, mi lascio cadere in una soporifera dormiveglia. All´orecchio mi sibilano le solite, trite lamentele di chi scalpita in piedi in coda 45minuti prima dell´imbarco previsto, trascinando come minimo due borse di "eventuali acquisti aeroportuali", una secca di sigarette duty free di traverso nello zaino e un´aurea di profumo di marca sornionamente spruzzato mentre la commessa del duty free di cui sopra girava lo sguardo.

Ma oggi la mia pazienza ha dovuto superare se stessa. Ero la quart´ultima della fila, e davanti a me arrancava una coppia di trentenni, lui 1,70 scarsi, crine rasato, abbronzatura oleosa e sguardo pure, lei soppracciglio completamente estirpato e sostituito da un sinuoso, giottiano tratto di matita corvina. Non paghi di non essere tassati per l´evidente intralcio alla transumanza dei passaggeri che avrebbero  causato per la loro volumetria oversize, i due colombelli avevano audacemente ignorato i cartelli in 14 lingue, gli annunci, i moniti via email della Ryan Air, e anche la elementare norma dell´emulazione da branco, del fare esattamente ció che tutti gli altir intorno a te fanno, il principio motore del mondo. Avevano piú di un solo bagaglio a testa. Dal carnoso braccio di lei pendeva una borsa fiorata extra, di quelle che potrebbero tranquillamente essere usate per un sequestro di persona. 

Al fatidico momento di vedersi strappato il biglietto per l´imbarco, l´occhio sotto la riga giottiana si impietrisce: "ah, che bella cosa". Lui, premuroso, prova a parlamentare, poi si inalbera. "ma non é  possibile, e dove li mette i documenti?" Si tirano a lato, cercando di ficcare l´elefantiaca fiorata in uno dei due trolley, entrambi bitorzoluti e pericolosamente in procinto di scoppiare 

Balzello oltre di loro e mi isso sul pullmino che ci traspoterá per i 50 metri netti che ci separano dall´áeromobile. E li l´odio cresce, cresce ad ogni molecola di ossigeno consumata dai passeggeri, ingabbiati lß´no nelle costole dell´altro, un tetris di aliti mattutini, taluni nurtriti (di norma, di focaccia all´aglio, per uno spuntino leggero e gustoso), tal altri dal vago sentore di succo gastrico che lavora a vuoto. Inveisco contro la natura matrigna che non mi ha fatto piú alta della media degli astanti, invidio terribilmente il crucco che, con ieratica calma, aspira aria meno pestifera una spanna sopra tutti noi, boccheggianti e sudaticci, del resto si é in pianura padana a giugno.

Non ho un orologio, ma un irato padre di famiglia con pargoli lagnanti al seguito scandisce i minuti del nostro supplizio: alla fine saranno circa 25, quelli necessari a lui&lei per tornare al banco del check-in ed imbarcare uno dei trolley.

Nei 50 metri di traversata in pullman, ancora mugugnano contro la disumanitá delle hostess bluvestite, contro l´impietosa legge del low cost, mincciando di appellarsi al tirbunale de L´Aia e giurando che non prenderanno mai piú un volo Ryan Air. Almeno.
Deglutisco  fatica, l´aria´´e ormai pesante. Vorrei sbraitare "e allora pagta 3 volte tanto e portaevi anche una borsa frigo e un alano sottobraccio".

Invece no, so che una volta a bordo dovró tornare atarassica per non ridurre a sushi coppie che vogliono assolutamente sedersi vicine, quelle ch enon ce l´hanno fatta e quindi si soffiano baci tra un sedile e l´altro, quelli che se il lo zainetto é a piú di 10 metri da loro hanno un attacco cardiaco, quelli che zompettano mezz´ora, indecisi tra posto finestrino, posto in mezzo e posto corridoio, per poi prodursi in litanie quando gli tocca sedersi dove capita, quelli che fanno i brillanti con qualche hostess meno sbattuta delle altre, quelli che ponderano mezzo viaggio se spendere o no cifre folli per un panino di plastica e pretendono di comprarlo a 4 minuti dall´atteraggio, quelli dotati di cuscino anticervicale, copertina da viaggio, mascherina per dormire, boule dell´acqua calda, miniventilatore, tablett ultrapiatto con ninna incorporata,  borraccia di titanio e sorriso serafico, i superaccessorriati, gli olimpionici della calma, coloro cui niente e nessuno al mondo potrá mai render la luna storta.

Ho perso di vista la coppia della fiorata, ma spero che almeno uno shampoo in valigia abbia deciso di immolarsi, o che una rotella del trolley l´abbia fatta finita, o almeno che l´apparato pilifero della senza sopracciglia decida di emulare Elio delle Storie Tese, senza che lei abbia una pinzetta néi mmagini che sia venduta anche a queste latitudini.


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