martedì 8 maggio 2012

Buoni, pratici e quadrati.
SOno stata al Ritter Welt, a pochi passi dalla bella Gendrmenmarkt. Il paradiso dove regna sovrano il quadretto di cioccolato, combinato con qualunque ingrediente combinabile. L´apoteosi é il Ritter personalizzato: punti col ditto cosa ci vuoi come ripieno, e il cioccolataiod I turno, sorriso (ma spento) d´ordinanza, te lo confeziona in venti minuti. Il mio, per la cronaca, era con Lebkuchen e amarettini.
Cerco di ripetermelo come mantra per addolcire questa finta pausa pranzo, tristemente compresa fra la mia tastiera e la giuninca capa che ingurgita cibo mentre fa una conference call.

Ma buoni, pratici e quadrati sono anche I crucchi. 
Quadrati, perché concetti come “sorpresa”, “uscire dagli schemi” gli sono estranei come per lo puó essere la teoria della relativitá per Renzo Bossi. Pratici, perché in ognuno di loro si nasconde un piccolo McGyver, anche sotto le mentite spoglie diuna leggiadra fanciulla dale trecce palatinate. E buoni, perché se si riesce a nonv oler decifrarli, e cioé a leggerli esattamente come si presentano, senza alcuna sofisticazione, sono in fondo dei bravi guaglioni. Un po´lenti, amanti delle carte, scarsi in ogni arte del magheggio, ma pur sempre affidabili. Solida carrozzeria, scocca a prova di umorismo.

A riprova, il mio coinquilino, crucco fino alla punta dell´anima (che, pagano, non sa di avere!), con cui passo si e no una doppia serie di 5 minuti giornalieri durante la sua pausa sigaretta. Ieri, preoccupato, sentiva degli “scoppi”. Ero io con la carta con le bollicine (non ho mai saputo come si chiami), che nervosamemente torturavo fra una meditazione di vita (inutile) e l´altra. Compresa la natura metafisica del rumore fin troppo terrestre (il mio meeting notturno di oggi), appurato che nessuno elettrodomestico stave sfuggendo al suo teutone controllo, il crucco si é presentato con una specie di cubo di Rubik. Era per me, per distrarmi. Magari senza far rumore. E stamattina, sulla lavagnetta che é il nostro mezzo di comunicazione principe, mi ha lasciato scritto “vedrai che ce la fai, incrocio le dita per te”. Anche B., dopo la mia lezione sul "cosa é una sorpresa", ha eseguito alla lettera. Difatti, la piantina che mi voleva regalare ha corso il serio rischio di finire nella spazzatura, scambiata per un involto da buttare.

Forse non sono appetitosi come I loro omologhi di cacao, ma di certo comincio a capire perché in qualche modo mi piacciono.

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