domenica 19 febbraio 2012

di pietas tremagliana, burocrazia, tagli DDR e d'amore

Altro che cervelli in fuga, qui si tratta di stomaci in esilio. I residui neuronici di cui ancora dispongo sono sottochiave, e penso proprio con la panza (nach Bauchgefuhl). Pensavo di proporre alla mia amministrazione comunale un' opzione di tremagliana pietas. Ovvero, dimostrare affetto e generosità ai figli espatriati apendo un conto dove si mettono solo e soltanto beni alimentari da inviare all' estero. In cambio, documenterei verghianissimamente l'uso e l'apprezzamento dei frutti della bontà dei concittadini.
Tutto ciò mi frullava in testa leggendo della prossima riunione dle notiziario del mio borgo padano, e mentre colonizzavo imperiosamente la cucina, estromettendo i due teutoni impigiamati.
La settimana si prospetta, come da copione, densa come il purè di patate che ho infreezerato. Oltre alle solite quotidianità, sto battendo a tappeto il mercato degli affitti e, prova di germanizzazione imperante, ho approntato una teutone tabella dove inserisco pregi e difetti delle case che visito.
Fra i documenti indispensabili, cito quello dal nome più simpatico: Mieteschuldenfreiheitsbescheinigung. Capirete che l'intera questione riesce a turbare anche il buon Morfeo. (Per i curiosi: trattasi di certificare che non ho contratto debiti in terra di Crucchia).

Prima concludere con un accorato appello d'amore, umile, ma spontaneo, mi metto alla pubblica gogna dichiarando (eccolo qui, il virus crucco) di aver (di nuovo) ranzato la chioma da sola. Volevo sbarazzarmi del ciuffone presleyano che ormai mi dava l'aspetto di un pastore bergamasco, e or ami ritrovo ad avere un taglio da cavaliere teutonico o da 15nne della DDR. Saggezza!


L O D E   D E L   R E F R I G E R A T O R E
 Scrigno fedele d’edibil tesori
Troneggi nel tuo lucore
Guardiano fedele di sapori.
Non so se penna ebbe mai l’ardire
Di cantar per te l’amore
Ch’io, umil, mi provo a dire:
come riscaldi stomaco e cuore
Quando di vetusti cibi ridon’i fasti
E risvegli infine appetiti
Chè tuo murmure motore
Abbracciò cornucopie di pasti
Profumi e gusti in te sopiti.
Sia lode a te, refrigeratore
De’mia sopravvivenza signore.

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