domenica 12 febbraio 2012

di cani arrabbiati e polonofilia

C' e' chi i cani se li mangia caldi, e chi se li tracanna arrabbiati.
Sono a Poznan, la citta' polacca piu- vicina al confine con Wurstiland, che i crucchi chiamano Posen e che i nostalgici rivendicano come teutone. 
A -25 gradi, ci siamo infilati in una piwnica, una birreria tutti cunicoli sotterranei dove suonano solo rock (per gli amanti del genere, provate "Kazik", popolare come Vasco, ma molto piu bilioso e politicamente impegnato). Si sa che e' una fiammella di spirito il miglior antidoto contro gli effetti (siano benedetti) della Torre di Babele.
Orbene, per resuscitare il mio sopito polacco, memore anche di qualche platonico triangolo propinato a schiavi, mi sono conformata ad una delle tante usanze locali in fatto di wodka.

Il cane arrabbiato, appunto: wsciekly pies. Shot di wodka, succo di lampone e ...tabasco. L' effetto e' piacevole e devastante allo stesso tempo, ma le lingue di fuoco di biblica memoria riescono nell' intento di rendermi polonofona, seppur con qualche inciampo. 
Aggiungeteci che costa un pugno di zloty, qualcosa come un euro e mezzo. Cosi come un po' tutto, anche se all' orizzonte si profila la minaccia dell' euro. \

Dovrei, forse, adattarmi anche ad un costume brandeburghese, facendo il weekend oltre cortina (di ferro, non d' Ampezzo) per fare incetta di qualunque cosa (alimentari, vestiti, tecnologia) fino a quando facendo tintinnare la buona moneta da due euro mi fa sentire lo zio d- america.

Prima di avventurarmi fra le nevi per un ultimo saluto alla citta', raccomando agli occasionali lettori di polonizzarsi: sono un popolo ospitalw, simpatico, che mangia bene (anche se non proprio light) e che offre scorci cittadini e paesaggistici che uno non si aspetterebbe.
Inoltre, solo da pochissimi anni e solo nelle citta' piu' grandi comincia ad intrufolarsi qualche straniero, immigrati o studenti che siano, preservando un certo sapore antico, magari non sempre accogliente e liberale, ma comunque interessante.

Un aspetto che mi ha sempre affascinato: c- e una concetrazione di kebab pari a quella di Berlino, ma dietro allo spiedone rotante ci sono biondine con carenza di melanina, e si incontrano parecchi sushi e bistrot, orientali, ma gli occhi degli inservienti sono a mandorla solo per via degli zigomi alti.
Dettaglio, peraltro, che non puo' mancare di solleticare almeno i turisti uomini.

Chiusa finale in onore al mio amore per i treni: Berlino-Poznan e nel mio vagone non solo non c' era il riscladamento, ma andava l' aria condizionata. QUalche vagone piu in la', un gruppetto di ragazzi (naturalmente polacchi), ci ha invitato a non ibernare. Dopo 5 minuti, si andava in giro dividendosi cioccolato e salsicce, sfottendo i pochissimi crucchi presenti, tronfi della nostra cucina e, chissa', di un comune fil rouge catto-asburgico o catto-prussianieaustriaciiequasistes.


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