martedì 7 febbraio 2012

Delirium papillis

Inutile specificare che non si tratta né dell´accezione monacale, né di quella scimmiesca. La calda, aromatica, dolce bevanda mattutina. Quella schiuma bella compatta in cui si affonda lo zucchero e per cui mille pubblicitá ripropongono la scena del leccaggio baffi, quella tozza tazza che costa piú di quello che vale, il caffé che sa davvero di caffé. Pare non sia vera la vulgata che vuole la panacea frutto fortuito dell´assedio di Vienna (che, invece, pare davvero aver dato i natali all´altro principe del mio gotha della colazione, il cornetto).

Qui il cappucino lo sogno ad ogni ora, segno della incipiente crucchizzazione : non é ortodosso, ma me lo berrei sempre e comunque, incurante dell´etichetta gastronomica (ebbene sí, anche insieme alla pizza, come con scandalo osarono alcune amiche polacche in visita alla cittá del Colleoni). In versione expat recito sempre che solo su due cose gli italiani diventano patriottici : il calcio e il cibo. Ho provato a bere cappuccino in tutti i trabiccoli e bar della zona, ma nada. Tanto latte e poco altro. Il peggio é quando te lo servono in un bicchierozzo di vetro, cosí per berlo bisogna aspettare che si raffreddi e diventa una versione triste del latte e nesquick della preadolescenza.

Ho bevuto capucinos, cappuccinnos, caputscho, di tutto insomma. E adesso, in fase digestiva, le mie papille schioccano invano al ricordo del suo sapore. Forse la scelta culinaria del giorno é stata un po´osé : ieri ho cucinato della carbonara bella pesante, che ovviamente conservata in frigo ed essendo sopravvissuta al tragitto a -20, é risultata essere una mattonella a forma di tupperware, tanto é vero che l´ho tagliata a mo´di fiorentina.
Eh.

Le mie riserve casalinghe di grana si stanno esaurendo, complici quelle locuste dei miei coinquilini. Sono in versione « animale studentesco »  per via della sessione d´esami : mangiano qualunque cosa a qualunque ora, e ovviamente si sentono ancora piú esentati da qualunque attivitá di pulizia. E per settimana prossima prevedono giá di premiarsi con una sessione spinta di party, mi hanno giá informato che potrei trovarmi persone a caso che campeggiano in soggiorno. Lo schema é semplice ed efficace: si beve a nastro, ogni volta a casa della persona piú vicina al club prescelto, dove si va solo pagando l´entrata, uscendo a bere agli späti (negozietti aperti 24h/24), e si dorme solo quell tanto che basta per riprendersi. Ogni volta ci si muove con il kit di sopravvivenza necessario per accamparsi da qualcuno.

Prevedo l´apocalisse.
Mi sento irrimediabilmente vecchia, coi miei sogni di piccoli vizi italici.
Il peggio é che rimarranno tali.

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