mercoledì 29 agosto 2012

Di scambi culturali

Giornata densa al lavoro, oggi.
Quando il nome dle mio coinquilino dardeggia sul cellulare, al solito mi scannerizzo l'anima in un esame di coscienza condensato in 5 secondi. Stavolta non si tratta di aver lasciato acceso la luce o aver trafugato (inconsapevolmente) dei tupperware di proprietà materna, ma di un invito: D. e un "kumpel" sono sotto casa, letterlamente: a circa 4 metri dal nostro balcone, alla losca birreria che fa angolo sulla Greifswalder.
Smollo la bici e mi accascio sulla sedia. Dagli occhi siniformi, intuisco che i miei compari sono alle prese con le bionde già da un po'.
Il "kumpel" ha un cognome omofono a "scopa", almeno al mio profano orecchio. Ed Herr Scopa è in formissima, difatti mi chiede come si dice "Ameise" in italiano. E via, in loop ripete "forrrrmica", ammazzando a caso tutti gli esserini insettiformi che gli capitano a tiro. Nella ridda di parole a caso che vuole assolutamente che gli traduca rientrano "cane" e "salute".
"Ti piace Ramazzotti?"
Pronta scuoto la testa, sconsolata all'idea che araldo della patria musica all'estero sia proprio lui. Intendevano, naturalmente, l'amaro, che riufiuto comunque. Un qui pro quo tira l'altro, e così si passa a Ornella Muti, che si chiedono perchè suoni come "Ornella Mamma". Qui, infatti, si dice "Mutti", e le doppie i tedeschi non le pronunciano granchè. E' uno degli stratagemmi che consiglio ai germanofoni amanti del cibo italico: la passata "Mutti", come se fosse "quella della mamma" è di buona qualità.
Quando tocca a me imparare qualcosa, è il mio coinquilino (il signor Daniele Grani, volessimo tradurlo fino in fondo) a regalarmi la perla di giornata: mi incita a soppesare la qualità del "decolleté da muratore" di una passante (Maurer decolleté).
L'ignata signorina non presenta un petto scolpito e muscoloso come mi sarei aspettata, bensì ha dei pantaloni a vita bassa che lasciano intravvedere gli emisferi posteriori e la loro riga di partizione.
Eviterò di emulare il Signor Scopa, che quando sale da noi per rifocillarsi, continua a mugugnare "formica". Per convincerlo a schiodarsi di casa, mi tocca segnare nero su bianco tutto quanto gli ho trasmesso durante il suo torpore alcolico.
Avrà valore pedagogico? Ai posteriori l'ardua sentenza

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