venerdì 20 gennaio 2012

Sottigliezze

Dovrei aver capito che i tedeschi han dimestichezza con le metafore e tutto ció che é sottile quanto io ne ho con cose come: smalti, ideogrammi e punto croce. Eppure no, ieri ho voluto di nuovo fare la parte di madre Cornucopia, di Dea dell´Ábbondanza, di Madrina della Generositá.

Dopo una settimana a ritmo disumano al lavoro, ieri decido di boicottare il corso di crucco. Non ho fatto I compiti, ho delle rane che mi sguazzano negli stivali paludosi,  delle occhiaie da guinnes dei primati, intesi ovviamente come nostril progenitori arboricoli. Unica sosta fra l´ufficio e casa, EDEKA. Il negozio piú vicino, dove faccio incetta di generi alimentari, perché per una volta voglio spadellare e mangiare come Dio comanda. Dio mi fa capire di stare dalla mia parte, per oggi, perché a casa non c´e´traccia di essere umano. Cosí preparo una bella padella di verdure miste, cotte nel vino bianco, con spezie e formaggio, e due belle  Schnitzellone con sughetto di vino rosso e pomodoro. Nel frattempo, riesco persino ad infilarmi in doccia e a riprendere sembianze umanoidi.

Lo stesso Dio di cui sopra si rivela, tuttavia, un beffardo zuzzerellone : nell´esatto secondo in cui mi siedo col mio agognato desinare, J & consorte irrompono. J é due metri di crucco, magniachilometri sulle due ruote e vogatore incallito. Inevitabile conseguenza: la  quantitá di cose commestibili e non che riesce ad ingurgitare esula dalle mie capacitá descrittive, e questo dettaglio avrebbe dovuto essermi di monito.
Vicino alle padelle, a mo´di preventiva bandiera colonizzatrice, lascio un bel tupperware, segnale iinequivocabile che ció che resta della cena sará infrigato ad usum delphini. Mi sento pronunciare a piú riüprese « Figurati, prendi quello che vuoi, mangia pure », convinta, in fondo, che si intuiscano i miei piani di oculato management delle risorse alimentari.

Il giovane J. deve poi correre ad un  torneo di biliardino, non ha tempo. La sua solerte donna ha giá messo a bollire l´acqua, confido che il kg di spaghetti scotti contribuiranno a riempirlo senza intaccare troppo le mie sospirate riserve.
Niente di piú errato. Se ad un crucco dici « puoi mangiare », l´idea che sia una gentilezza da non prendere sul serio, o perlomeno nont roppo sul serio, non sfiora nemmeno la piú remota periferia del loro sistema cognitivo. Senza riuscire a proferire verbo in difesa della mia fatica fornellifera, vedo una padella intera di verdure finire nelle fauci teutoni, spazzolate a tempo record. La pasta risulta essere solo un contorno : una prima volta della Schnitzel, una seconda della verdura, una terza pure, ed infine, in mancanza di meglio, J ingurgita pasta e ketchup, sotto il moi sguardo esterrefatto.
Non so se sia meglio piagnucolare e prendermi a sberle, in quei due metri di inscalfibile consequenzialitá germanica é incamerato il moi pasto del venerdí, il salvataggio della mia serata, un click sul micronde e via.

Sará per lo stesso motivo che quando si esce a bere una birra con un crucco, lo si ritrova attivo in ogni possibile formato (virtuale, telefonico, messaggistico), convinto di un insossidabile, speciale feeling ? O che ogni volta che me ne esco con una battuta, dovrei munirmi di pagina 777 del televideo, con sottotitoli ?

Bizzarro popolo.
Ah, morale della favoletta. oggi, a pranzo, un tristissimo panino nero con una fetta di "vecchio gouda". Mi sentivo la piccola fiammiferaia.

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