lunedì 7 novembre 2011

bilanciando

Ah. caffè alla mano e vago torpore da digestione. Non è proprio un espresso, ma nemmeno io sono proprio Giorg Clunei. Dunque eccomi qua, nella comoda poltrona del bel soggiorno della mia casetta nuova.
Gran colpo di fortuna, non c'è che dire. Più centrale di così è dura, e soprattutto in un quarto d'ora di fluida pedalata sono in ufficio. Sono circondata da kebabbari, cibo asiatico, cibo pseudoitaliano, hamburger, ristoranti. Oltre che club, discoteche, bar. Quindi qualche incontro antropologicamente interessante capita sempre.

Ma non divagare, dannazione. Il primo mese è stato di assestamento. Molti sanno, altri no. Nel silenzio della casa ancora deserta, a parte la mia signoria, qualche riga per la memoria storica, vilmente consegnata ad una serie di segnali binari e di pixel.
Il 25 settembre, con una valigia molto piena e la testa un po' a tabula rasa ho raggiunto Berlino, città che l'anno scorso mi aveva stregato per la sua aria "arm, aber sexy" . In tasca avevo un rotolino di risparmi e una serie di CV spammati a più non posso. Il giorno dopo ho avuto un colloquio, due settimane dopo varcavo la soglia dell'ufficio in qualità di stagista di PR International.
Nei primi quindici giorno ho arraffato il primo lavoro che ho trovato: telefonista presso un centro di ricerche di mercato. Tradotto: ore al telefono a tampinare a tappeto prima dei poveri installatori di caldaie, poi privati random francesi per sapere come se la cavavano col bricolage ed infine crucchi pescati a caso per sondare i loro gusti musicali. Un'ora di bici all'andata, una al ritorno, per segnare da subito lo stacco col mondo ovattato della studentessa domestica.
Quel tempo mi sembra lontano anni luce. Quando la cena non era una combinazione di esercizio mnemonico (cosa mi è rimasto in frigo?), chimico (come non far esplodere questo e non bruciare quell'altro?), matematico (tempo di cottura proporzionato al tempo della doccia), ma un'opera d'arte che usciva dalle mani di mammà per finire nel mio pancino. Quando la spesa era una scusa per non dover studiare e poi un infinito tedio con annesso infernale concerto di beep alle casse.
Intanto mi sono interrotta per una birra dolce col coinquilino. La coesione ne risentirà, ma pazienza se qualcuno effettivamente mi sta leggendo.
Dicevo. Un mese con Ferdi, quasi pastore luterano e sosia di Tonio Cartonio (ma è poi vero che è morto di overdose?). Casa piacevole, coinquinlino molto crucco. Mi sentivo Marisa Laurito: jamme che Miriam cucina, Miriam pulisce, Miriam fa ordine. Il coinquilino si nutriva di muesli, joghurt, pasta in latta e proteine iofilizzate. Difatti, non è che il risultato fosse poi sto granché. La lotta peggiore era con le piastre: niente gas e quindi ore ed ore per una cena da 6 politico.
Al vecchio lavoro ho conosciuto uno scrittore egiziano e una panoplia di crucchi in bretelle e baffoni color evidenziatore scarico. Per due settimane ne è valsa la pena.
Poi il lavoro, cui riserverò, presumibilmente, un post ad hoc.

E ora la casa nuova. Qui  Abito con Jan (detto Zottel, equivalente di "fricchettone" perchè ex rasta) e Norman e ho colonizzato la camera di Jan . Zottel è davvero 'nu bravo guaglione, non il crucco che ti aspetti. Si beve una birretta insieme, ci si scambia due parole e, soprattutto, si aspetta che arrivi mammò (mia) il prossimo weekend per papparci delle lasagne che lui, altrimenti,s i sogna (mi ha appena, velleitariamente, sventolato il pacchetto di lasagne marca "JA" che ha comprato, il fellone).
Ho trovato già il mio angolino (qui tutto è costruito su misura dei due Jan, che sfiorano i due metri), che è sempre l'angolino più basso e rintanato. Abbiamo perfino la macchina del caffé, un balcone, una lavastoviglie, una combo tv-radio-altoparlanti di gran lusso. Insomma, davvero un bel lucky strike, perchè con i soldi di affitto+bollette in italia pagherei forse solo le bollette.
D'ora in poi cercherò di snellire i post, ma i primi saranno di recap per coloro che non sono al corrente del mio status.
Adesso brindo all'assestamento compiuto, fino alla prossima, quando comincerò a lagnarmi della quotidianità.

1 commento:

  1. ohi. bella foto, e bella lì. oggi ho visto il Giambe versione OSS per le scale dell'ospedale.

    a presto

    Toff

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