lunedì 7 novembre 2011

Burrocrazia: perchè qui fila liscia

Velocissimo prima di tuffarmi a letto: l'incrontro con la burocrazia.
Niente da eccepire: efficienza, puntualità, trasparenza, come stereotipo vuole.
Gli uffici aprono i battenti alle 7.45, distribuendo il bravo numerino agli astanti in fila composta, alle 7.55 le campanelle per la chiamata comincia a trillare. Su ogni documento è stampato il nome e cognome del funzionario di turno.

                                                           Un ufficio delle finanze

Registrazione all'anagrafe: checked (pure doppia, visto il trasferimento)
registrazione alla finanza: checked
In banca mi è stato assegnato un personal banker, una compunta signora spigolosa dal cognome chilometrico (poi da sposata raddoppia, per non farsi mancar nulla). Non esordirò mai più con "voglia scusare il mio tedesco", per evitare di beccarmi spiegazioni alla moviola. Ho esibito l'italica incredulità per la tecnologia teutonica: qui le macchinette oltre che dare soldi, li caricano sul conto. Oppure, naturlich, tutto online.
Nessun inghippo, solo quelli autoindotti, come scambiare l'indirizzo (Potsdamerstrasse con Potsdamerplatz) e vagare bestemmiando tra i denti per mezz'ora scontrandosi con l'altro aspetto dell'efficienza teutonica: il "no, non è possibile" senza un minimo di pietà per l'agitazione montante.

Una nota di colore: chiedono di dichiarare una religione. La prontezza mi fece difetto e così sono stata catalogata RK = römischer Katholik . Se mai un giorno percepirò un reddito oltre la soglia del tassabile qui in Wurstiland, mi tocca disincattolizzarmi, se no finanzio Ratzi & co. Lo trovo un retaggio davvero bizzarro, per la Germania almeno.

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